Quattro chiacchiere con la mia gatta - E. Jàuregui

LA TRAMA DEL LIBRO

Può capitare, in un momento in cui tutto intorno a noi sembra cadere a pezzi e non si riesce più a trovare un senso all’esistenza, che la mente giochi brutti scherzi e uno veda (o senta) cose che non ci sono. O che forse ci sono, ma non abbiamo mai saputo vedere (o sentire) prima… Così accade a Sara, la protagonista di questo romanzo. Lasciata dal fidanzato, con un lavoro che non le piace e la crisi economica che morde, Sara vorrebbe solo seppellirsi sotto le coperte e non uscire mai più, ma poi nella sua casa (e nella sua vita) arriva Sibilla, una gatta elegante e misteriosa che sembra sapere tante cose su di lei. E che è pronta a spiegargliele. Sì, perché Sibilla parla. E, quel che è meglio, dice cose molto intelligenti. Follia o unica speranza di salvezza? Certo, ascoltare una gatta è una cosa davvero bizzarra, eppure quando si è persa ogni speranza, si è disposti a tutto e quella voce saggia e incisiva, ironica e profonda sembra essere l’unico antidoto a una depressione che inghiotte tutto nel suo buco nero… Best seller in Spagna, un romanzo saggio e divertente ricco di spunti di self help, una grande storia di saggezza felina per umani disorientati.


LE FRASI SOTTOLINEATE


📖 Non ridevamo più come prima. E neppure discutevamo più come prima. Forse eravamo cresciuti separatamente, fino al punto di non sapere più chi fossimo, e per questo adesso ci rifiugiavamo nel fingerci, per un pochino, quella coppia che eravamo stati oltre dieci anni fa, quando arrivammo a Londra, che camminava per strada tenendosi per mano, che arredava la nuova casa riempiendola di sogni, che il sabato pomeriggio affittava una barchetta sul lago di Regent’s Park e si accaniva in discussioni sul futuro dell’umanità, che decifrava tra le risate il menu del ristorante thailandese più esotico della città, che faceva l’amore con due corpi che diventavano uno e terminava in un battibecco su come avremmo chiamato  i nostri figli, se Melissa o Paloma, Stuart o Manuel.

📖  So di te cose importanti, so che hai la testa che sembra una matassa ingarbugliata e il cuore triste, abbandonato e rattrappito.

📖 Quando non sai che pesci prendere, segui il naso. Le persone possono tradirti, oppure le parole, o i tuoi stessi pensieri. Ma il naso no, se ci fai caso, dagli retta.

📖 Avete un cervello meraviglioso, questo sì, in grado di fare calcoli e progetti complessi. Ma è anche vero che la maggior parte di voi non sa usarlo. Passate il tempo a rimuginare per giorni e giorni sulle cose già passate, o su quelle che verranno, su cosa potrebbe o non potrebbe accadere, senza alcun costrutto.

📖 Vi spaventate per cose immaginarie, diventate felici per un’idea che è solo nella vostra fantasia. Vivete in un mondo finto fatto di racconti e bugie, con cui vi ingannate a vicenda.

📖 E con tanto pensare prima o poi arriva il momento in cui non riuscite più a sfuggire ai pensieri, che alla fine vi ingabbiano. Credete che le verità, le soluzioni e il senso della vita li troverete lì, in quella gabbia di concetti.

📖 Ma quello che cercate, non è lì. Perché alla fine,c’è solo una cosa che ti serve sapere, Sara. Quando mangi, mangia. Quando cammini, cammina.

📖 …QUESTO è ciò che ti sta accadendo adesso nella vita. E non tutti quei pensieri che ti vorticano in testa. O, per essere più precisi, oltre a tutti quei pensieri che ti vorticano in testa.
Osserva Sara. Annusa. Senti. Ascolta. La vita ricomincia in ogni momento, nuova come all’inizio dei tempi.

📖 Perché altrimenti finisci per inciampare continuamente nei tuoi pensieri e la vita passa senza che tu te ne accorga, o peggio vivi una vita che non è la tua.

📖 Non fidarti molto dei tuoi pensieri. Fidati piuttosto, come ti ho già detto, del naso. E delle cose che vedi, di quelle che ascolti e delle intuizioni. Lo so che per voi umani è difficile da capire, perché il vostro cervello caotico confonde tutto.

📖 Cercati un’altra tana. Circondati di persone che ti vogliono bene e ti sostengono. Noi gatti siamo più indipendenti quando abbiamo qualche problema, ma voi umani siete come i cani. Avete bisogno del branco.

📖 Forse, se c’è una che si imbroglia da sola, quella sei tu. Ti ripeti di avere una vita orribile che ormai sei finita, che non potrai mai essere felice. Quelli sono i tuoi muri di pietra e te li sei costruita da sola. Forza, esci da questa stanza, e preparati per una passeggiata, che inizia il tuo riscaldamento.

📖 Non giudicare. Non valutare. Devi solo osservare. Se qualche sensazione ti piace oppure ti disgusta, osserva la tua reazione come una sensazione in più. Se quello che osservi ti suscita un pensiero, osserva il pensiero come una nube che passa sul fondo della tua coscienza.

📖 Questo è ciò che ti sta accadendo. La vita ricomincia in ogni momento, nuova come all’inizio dei tempi. Quando cammini, cammina.

📖  Lo so Sara. Il dolore è reale. Ma il dolore non sei tu. Come non lo è il colore blu. A poco a poco apprenderai a collocare il dolore al suo posto. Adesso si impadronisce di te, ma poco fa quasi te ne stavi dimenticando. Tra qualche momento, se ne andrà via di nuovo. E più tardi, magari, tornerà a trovarti. Come la notte che arriva ma che poi sparisce un’altra volta, appena spunta il sole. O come il dolore del parto che precede la nascita dei cuccioli. L’allenamento che ti propongo ti aiuterà a evitare che il dolore ti intrappoli e ti trascini via a suo piacimento.

📖 A volte, nella vita, ci sono momenti di buio. E nel buio, se non hai una vista da gatto, qualunque ombra che si muove può sembrare una strega. Soprattutto quando già te l’aspetti. Se hai paura di vederla apparire. In quel momento i tuoi timori trasformano ogni ombra in una strega, un mostro, un fantasma. E con ogni visione spaventosa, le tue paure crescono. Se continui costì, alla fine rischi di restare paralizzata dal terrore.

📖 Una cosa però sì, la imparai a poco a poco, seguendo gli esercizi e i consigli di Sibilla: e fu accettare i cambiamenti nella mia meteorologia emotiva, aprendomi a essi, osservandoli e lasciandoli passare. In altre parole, osservando me stessa mentre guardavo il mondo.

📖 Dimentica di cercare quella persona. Dimentica di trovare l’amore. E inizia invece a praticare l’arte di amare.

📖 Pensai a tutto quello che avevo imparato da allora: a prestare attenzione ai messaggi del corpo e della mente, a sentirmi grata per le cose positive e a saper accettare quelle negative, a mantenermi vicina al mio ‘branco’, a ritrovare i miei sogni di bambina, a rompere le pareti della camera chiusa, a scoprire il mio lato animale, a liberarmi del mio riflesso, ad aprire il cuore, a giocare, a divertirmi, ad ascoltare, a osservare – e soprattutto – a vivere il momento presente.

📖 Sibilla si limitò a fare le fusa. Ma seppi in quel momento che l’allenamento era finito. Seppi che ero finalmente arrivata dove volevo arrivare. Non era una meta, una conclusione. Piuttosto era un ritrovare la strada. La mia strada. O magari, come avrebbe detto Sibilla, ritrovare l’arte di camminare. Camminare camminando. Vivere vivendo. A volte fiduciosa, a volte spaventata, a volte contenta, a volte triste, ma in ogni caso aperta al cambiamento, al girare delle stelle, al ballo della vita.